lunedì 29 agosto 2011

Forse.

Premessa: a me è difficile credere che in queste notizie di Repubblica, Corriere, Il Fatto, non c'è proprio nulla di vero.

Forse ora si capisce meglio perché l'ondata per Giuliano.

Forse adesso si può ammettere che in tanti anche se non sapevano "avevano sentore" ed erano ormai diventati una moltitudine che gridava nel deserto: anche nel deserto complice dell'informazione che tanto oggi scrive e trasmette. Quelli che "avevano sentore" erano diventati tutti "estremisti dei centri sociali".

Forse adesso si capisce meglio perché in tanti a sinistra (e comunque secondo me a torto) si erano allontanati dal voto e hanno lasciato vincere due, tre, quattro volte "gli altri".

Forse adesso si capisce perché tanti iscritti e sostenitori del PD, per quanto ad ogni elezione di meno, sperando nel riacchiappare il potere in un modo o nell'altro, VOLEVANO non vedere nulla ed erano così chiusi e aggressivi verso qualsiasi critica da parte degli "altri" di centrosinistra.

Mi ricordo feroci dibattiti su Radiopopolare in cui ad ogni telefonata "di provenienza varia" ne seguiva una di un militante PD in cui si attaccavano rifondaroli, centrosociali, radicalchic e altre etichette da processo staliniano (che poi per fortuna erano processini della mutua) perché "facevano casino" e non permettevano al grande partito serio a vocazione maggioritaria di andare avanti per la giusta strada senza paletti tra le ruote.
Sul Corriere della Sera di oggi ecco un esempio di quelle argomentazioni di allora:

"Antonio Pizzinato, segretario Cgil negli Anni 80, è un altro «ragazzo di Sesto». La sue parole sono una cartolina dalla Stalingrado che fu. «Sono stato capogruppo del partito quando Penati era sindaco. Quel piano regolatore, quello delle aree Falck, io l'ho votato con convinzione». E le presunte mazzette milionarie? «A Sesto tutti conoscono tutti. E il tenore di vita di Penati in questi anni non è cambiato, glielo dico io». "
(vedi articolo completo)

Mi ricordo quando a poca distanza dalle ultime elezioni provinciali il presidente Penati revocò "per punizione" la delega ad un assessore colpevole di avere detto "qualcosa di sinistra". Altra manciata di voti persa per giocare al Veltroni locale a vocazione maggioritaria.

Vi ricordate la frase strappalacrime del film Love Story "amare significa non dover mai dire mi dispiace"? Ecco: in Italia è diventata "fare politica significa non dover mai chiedere scusa".

Ma oggi, a buoi scappati ma non per questo meno doverosamente, questa invece è una cosa che va fatta.

Qualcuno, anzi non pochi onesti a tutti i livelli,se ne è accorto, e forse non da oggi: ma non basta, non è mai bastato del resto, avere saputo ed essersi tenuti fuori.
Oggi è necessario DIRE che ci si è accorti, che si è SBAGLIATO a tollerare, che bisogna che OGNI partito e ogni schieramento di centrosinistra si RIGENERI completamente. Come idea e come pratica: del potere e della cultura.


Sul Corriere della sera di oggi leggo :
"Stefano Boeri, votatissimo capolista e ora assessore in Comune, posta su Facebook il suo pensiero. «C'è una cultura che ha zavorrato la politica milanese e compromesso con scelte immobiliari ingiustificate il territorio della nostra città».
L 'archistar su cui il Pd puntò tutto alle primarie reclama ora una palingenesi: «Chiedo una conferenza programmatica che metta al centro della discussione il rapporto tra politica, sviluppo del territorio e economia.
È necessaria una rigenerazione del gruppo dirigente e dei suoi indirizzi culturali e politici».(l'intervento completo sul sito di Boeri)
È l'altro protagonista delle primarie di novembre, l'ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida, a buttar lì la madre di tutte le domande:
«Nella storia locale dei Ds sembra ci fosse un intreccio tra scelte urbanistiche e affari. L'interrogativo è se il nuovo partito, il Pd, si sia liberato di queste prassi, di queste modalità di fare amministrazione
».

(vedi articolo completo)

Forse non hanno torto.
A Milano come a Sesto, le scuse e i passi indietro ce li aspettiamo da tutti.

2 commenti:

  1. Rigenerazione… nuove modalità… scuse… "A Sesto tutti conoscono tutti"…

    E se fosse che il potere è di per sè dominio, e che non sia possibile bonificarlo, ma solo una prassi di riduzione del danno, attraverso la costante informazione, e l'attenzione critica da dettaglio ai grandi piani, dalle modalità interattive a quanto si intende innovare in tema di partecipazione (consultiva? Negoziale? Deliberativa?) ?

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  2. Ma certo, ogni "droga" si combatte soprattutto con la riduzione del danno. E la riduzione del danno sociale è più importante di quella del danno individuale.
    A chi investe con l'auto ubriaco colpendo la salute o la vita di alcuni cittadini è giusto imporre, ad es., un po' di servizio sociale a favore delle vittime della strada.
    A chi, dichiarandosi portatore degli interessi dei cittadini, investe in modo irreversibile con interventi urbanistici un territorio, intervenendo anche sulle le vite di migliaia di persone, non è giusto allora imporre come minimo il servizio sociale di svelare cosa ha fatto e perché, in modo che i cittadini imparino come succede e come impedirlo in futuro? Bene, questo si chiama prima di tutto processo pubblico, ma anche altro.
    E l'altro è proprio lo sviluppo di una forma adeguata di partecipazione e controllo democratico. Ed è la parte difficile...

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